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Mongolia: LE BESTIE SIAMO NOI!

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In una terra lontana lontana, in una delle zone più remote ed inospitali della terra, le bestie vivevano in armonia ed in perfetto equlibrio, secondo le leggi della natura.. In quella splendida parte di mondo si potevano, anzi, si posso trovare buffissimi yak, capre, cavalli dalla folta criniera, lunghi serpenti, grassocci topini senza coda, montoni, cammelli ciondolanti e bellissime volpi, ma i veri dominatori della steppa erano e sono tutt’ora la maestosa aquila e l’elegantissimo lupo.

Dico vivevano perchè un giorno, non troppo lontano dai tempi nostri, arrivò un elemento a turbare il perfetto equilibrio: l’uomo.

In pochi decenni riuscì ad insediarsi in questa zona e, per quanto alcuni furono in grado di integrarsi e di vivere in sintonia con ciò che li circondava, altri, smaniosi di potere e denaro, iniziarono a fare le cose più abbiette….. forzando così il naturale equilibrio cominciarono ad addomesticare, per i propri scopi, ogni specie, da quella più mite a quella più combattiva.

Alcune specie diventarono animali da lavoro, altre da macello, ma i dominatori vennero utilizzati per diletto. Furono persino istituiti dei giochi chiamati “Eagles festival”, dove l’aquila essendo più facile da domare aveva il ruolo di predatore ed il lupo quello di preda.

P1040586~2Un pomeriggio il signor Abzal, padre di famiglia, famoso addestratore di aquile e cacciatore di lupi, uscì con il suo volatile prediletto per la classica sessione d’allenamento e chissà, magari per portare a casa qualcosa da mettere sotto i denti. Durante il giro di perlustrazione s’imbatterono in una lupa che aveva appena partorito 5 teneri cuccioli. L’aquila mise subito in pratica gli insegnamenti a lei imposti e non ebbe alcuna pietà, uccise prima la madre ancora priva di forze dal parto, poi 4 dei 5 piccoli, solo uno venne graziato ma comunque la sua fine non fu più rosea di quella dei fratelli: venne catturato per essere inserito nei giochi dell’Eagles festival. Nonostante entrambe le bestie facessero parte dello stesso spettacolo le loro condizioni di vita erano nettamente diverse: l’aquila era trattata come una regina, dormiva nella Ger, mangiava solo carne fresca e veniva lavata ogni settimana, mentre il lupo viveva legato ad una cortissima catena fronte Ger, veniva nutrito a mala pena con pesci di dubbia freschezza per far sì che non fosse troppo in forze e di esser lavato non se ne parlava neanche perché durante lo show doveva avere l’aria di quello brutto, sporco e cattivo. C’era solo una cosa che li accomunava: entrambi erano dei prigionieri.

I due animali eseguirono spettacoli per moltissimo tempo, moltitudini di uomini, donne e bambini si riunivano più volte l’anno e pagavano fior di quattrini per assistere al grande show. Abzal e la sua famiglia si arricchirono e le lodi della “loro” aquila vennero cantate per anni in tutto il paese. Ma un giorno, dopo quasi vent’anni di spettacoli, i due animali iniziarono a sentire aria di cambiamento, qualcosa stava per succedere.

Abzal iniziò ad organizzare un enorme evento, molto più grande di tutti quelli precedenti; l’ultimo combattimento tra i due nemici per la vita venne sponsorizzato in lungo ed in largo per tutto il paese, vennero affissi poster ovunque, la gente non parlava d’altro, la notizia fece il giro della Mongolia: l’aquila più famosa al mondo sarebbe andata in pensione.

aquila-reale-1Non c’era anziano, adulto o bambino che non volesse assistere al grande spettacolo e così i prezzi dei biglietti lievitarono e con essi l’avidità di Abzal.

Si iniziò ad allestire la zona con palchi, festoni, bancarelle, postazioni per fuochi d’artificio, rivendite di gadget del volatile e giochi per grandi e piccini.

Anche l’aquila si fece prendere dalla vanità, desiderosa di essere applaudita e salutata a dovere, così si prestò ad ogni attività di sfoggio e pubblica esibizione, mentre il lupo rimaneva schernito nell’indifferenza.  Un’oretta prima dello show Abzal si prese qualche minuto di solitudine col “suo” amato volatile che l’aveva tanto arricchito. Così l’uomo le parlò e disse: “Cara vecchia mia, mi sei stata molto utile in questi anni, hai sempre svolto a dovere il compito da me assegnatoti, grazie a te sono diventato ricco, famoso e rispettato e per ringraziarti di tutto ciò alla fine di questo ultimo combattimento ti lascerò libera di fronte a migliaia di persone, per far sfoggio della mia magnanimità… mentre il lupo, tuo acerrimo rivale, farà la fine a cui è scampato 20 anni fa’, ed in segreto lo ucciderò. ” Dopo queste parole uscì dalla stanza per andare a firmare gli ultimi autografi e per farsi intervistare da qualche giornalista.

Fù così che l’aquila capì che la sua anima si stava avvizzendo, che stava diventando come lui, bramosa di vanità e potere. Allora presa dal panico di perdere il suo miglior nemico si intrufolò di soppiatto nella Ger di Abzal, rubò la chiave del lucchetto del lupo, silenziosamente lo liberò, poi si alzò in volo e gli disse: “Scappa, scappa lontano e non voltarti indietro, ora sei libero”.

Il lupo raccolse tutte le forze che aveva ed iniziò a correre verso la buia steppa, ma prima di essere troppo lontano si voltò e le disse:”con questo gesto ti sei guadagnata il mio rispetto, ma non dubitare, se dovessimo mai incontrarci ancora pagherai per ciò che hai fatto a me ed ai miei fratelli e per la prima volta sarà una lotta alla pari!”

Così riuscì a scappare il temerario lupo, ma quando Abzal se ne accorse fu troppo tardi, perchè anche l’aquila l’aveva già abbandonato. In realtà per lui non fu’ quello il problema, il vero dilemma fu’ che dovette restituire tutti i soldi dei biglietti venduti e gli altri che aveva speso per l’allestimento non gli vennero resi. E così, per colpa della sua maligna avidità,  ritornò più povero di quando aveva catturato il giovane lupo.

 

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