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La fortunata maledizione dell’essere italiano

imageimageQuando sei a casa non ti rendi conto della fortuna che ti circonda…. entri in un supermercato (meglio se dal macellaio ma vorrei enfatizzare un po’ la situazione) e ordini: un etto di cotto Negroni, un etto di crudo di Parma, della mortadella Bolognese, del lardo di Arnad, del salame di Felino e con 15€ ti togli tutte le voglie.

Qui è decisamente diverso: se hai intenzione di farti un semplicissimo panino o ti accontenti di un proscitto cartonato affumicato, del salame a grana fine affumicato (l’affumicatura è per evitare di percepire altri sapori) oppure ti prepari una bella frittata alle cipolle che si “sponza” nel pane e hai risolto…. anche se l’altro problema è l’involucro perchè esiste un solo tipo d’impasto, gnecco e semidolce, con cui preparano tutto: pane, brioche, pizzette, ciambelle e tutto quello che vi può passare per la mente… l’unica differenza è l’aggiunta di sale o di zucchero…. naturalmete, neanche a dirlo, la poca varietà vale per formaggi, frutta, verdura ecc…

…..le nostre maledette splendide abitudini ci creano delle difficoltà all’estero….. piano piano ci si adatta ma l’impatto è terribile…

Queste comunque sono cose che a casa vi potete anche immaginare, ma la questione che mi ha portato a scrivere il post è stata questa:

passeggiando con la testa tra le nuvole per Nevsky Prospekt ci imbattiamo in un edificio con altissime vetrate colorate (successivamente scopriremo che si trattava del Elisseeff Emporium), veniamo subito catturati dalla vetrina che si affaccia su strada, piena di figure di legno meccaniche che si passano tra loro salumi, formaggi e dolciumi; così la nostra maniacale curiosita per il cibo prende il sopravvento e ci fa varcar la soglia. Di fronte a noi si apre uno scenario ornato da palme finte, un nero pianoforte a coda, poltrone rosso di persia, soffitti a stucchi dorati, lampadari sfarzosi e prelibatezze a perdita d occhio. Iniziamo a  curiosare e ci immergiamo in colonne di cioccolato Venchi, ostriche vive in vasche, pile di scatolette di caviale e poi caffé, té, vini italiani e francesi, salmone in tutte le salse, banconi stracolmi di dolciumi e un bellissimo angolo dedicato alla panetteria, ma ciò che ci colpisce maggiormente sono i banchi di salumi e formaggi……. ed ecco arrivare lo schock…..sono naturalmente quasi tutti prodotti italiani (e fin qui niente di strano) ma che prezzi ragazzi…..

  • Tome generiche a partire da 40 euro al kg
  • Grana Padano a pezzetti e proscitto cotto (color verdastro) a 70 euro al kg
  • Pancetta a 60 euro al kg
  • Speck a 90 euro al kg
  • Bresaola e prosciutto crudo a 140 euro al kg (vincono il “top price”, anche se restano molto indietro rispetto al prezzo del caviale, 5000 euro al kg)

e dopo esserci inebriati di tutte quelle visioni celestiali ce ne andiamo ridendo sotto i baffi, lasciandoci alle spalle gelati “artigianali” dai colori fluorescenti, considerando di ripartire, la prossima volta, con zainoni pieni di primizie Italiane, tanto di vestiti ne possiamo trovare ovunque ma bontà come le nostre in Russia sono proibitive e neanche di grande qualità.

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