4shared

Main menu
2RtW – FacebookFacebook
Anto – SocialFacebookTwitterGoogle+
Sara – SocialFacebookGoogle+

Il villaggio

Via per nuovi orizzonti….. il villaggio di Madanpur ci attende…. o forse no, ma poco importa perché noi ci andremo.

Prendiamo un pullman locale dalla capitale (115 Rupie Nepalesi, l’equivalente di 1,05 Euro) con il nostro amico/oste Dharma e le due ragazze svedesi: Åsa e Elin.

Dopo due ore di strada dissestata, con una piacevole pausa mangereccia giusto prima di arrivare, scesi dal bus ci armiamo dei nostri bagagli (oltre agli zaini abbiamo con noi bacinelle, secchi e metri di tubo di plastica dura) e ci incamminiamo per un ripido sentiero in mezzo alla boscaglia. Appena 10 minuti dopo si apre di fronte a noi un meraviglioso scenario: terrazze di riso a perdita d’occhio (e pensare che in Cina abbiamo pagato un ingresso per vedere un posto simile).

1000270

Arrivati ci rendiamo conto che la nostra nuova residenza è su due piani ed è fatta di fango, pietre e lamiera (come tutte le case del villaggio) e che dentro non c’è nulla, solo 4 letti al secondo piano, di cui due all’interno e due sul portico. E lì mi sono proprio domandata: “Ma sono davvero così pazzi da dormire all’aperto a 2200mt ad inizio febbraio?” Ebbene sì… guardandomi attorno comunque mi accorgo subito che la temperatura e l’aria devono essere completamente diverse rapportate ad un posto in Italia alla stessa altitudine…. qui è pieno di vegetazione, la casa si affaccia su una vallata anch’essa piena di terrazzamenti e sopratutto verdissima.

Appena arriviamo 20 persone del villaggio, incuriosite, vengono a farci visita e a darci il benvenuto. Dopo una sfilata di Namaste a mani giunte partiamo con i primi lavori. Io, da brava donna di casa, mi dedico subito al fuoco e alla preparazione del tè; cosa normalmente per niente difficile ma imbarazzante davanti a 10 donne che osservano ogni tua mossa, ed ecco che dopo pochi minuti faccio un patatrac…. mi macchio di fuliggine…. giù tutte a ridere, ma a crepapelle…. dopo un attimo di insicurezza (soggezione) mi lascio contagiare e scoppio in una risata che sembra non dover terminare mai…

1000320

Bevuto il tè sfruttiamo il fuoco acceso per prepararci la cena e nel mentre i Nepalesi rincasano. Seduti sopra delle singole stuoiette sulla nuda terra consumiamo i nostri noodles arricchiti sempre con un po’ di sabbia, che qui non manca mai.

Ore 21 tutti a nanna nella nostra stanzetta di fango: a tenerci compagnia ci sono ragni grossi come il palmo di una mano… CHE GIORNATA…

Dopo una strepitosa dormita, la prima colazione: accendiamo il fuoco, mettiamo su il tè e le svedesi ci preparano del porridge con banana e cannella: ci piace, non da impazzire ma è una splendida soluzione per quando si è in viaggio e si ha solo l’acqua calda a disposizione.

Tramite un concatenarsi di tubi (che il giorno prima ci siamo portati da Kathamndu), i ragazzi del villaggio ci fanno dono dell’acqua. Cioè in certe “ore” della giornata riusciremo a riempire secchi e bacinelle senza dover andare per forza alla fonte. Laviamo i piatti e poi via con il primo progetto: la costruzione di una “cucina” a cielo aperto.  Mentre siamo lì che livelliamo il terreno Dharma ci propone di andare a visitare la scuola elementare e carichi d’entusiasmo ci avviamo a piedi scalzi.

La sede scolastica è composta da 7/8 casette di fango con dentro qualche banco, una lavagna e niente più. Tutti gli scolari sono in divisa (qui è obbligatoria se vuoi essere ammesso in classe… che assurdità), camicia azzurra e pantaloni scuri, e quando arriviamo stanno ancora facendo lezione,  ma manca poco al trillo della campanella… che anche io attendo con impazienza… ho voglia di giocare… non sto più nella pelle… DRIIIINNNN… è proprio come il suono liberatorio della nostra.

 

In meno di un nano secondo cominciano le urla, salta fuori il pallone, la corda da saltare, le racchette per il volano ed il Carrom, un grande ripiano di legno quadrato (1,20×1,20mt) con disegnate all’interno delle linee rette, 4 fori in prossimità degli angoli (che sono bersagli) e 20 pedine di plastica piatte e grosse come monete da far scivolare colpendole con le dita.

P1020291

Come lasciarsi sfuggire l’occasione di provare… chiedo subito se posso giocare ma mi rendo conto di approcciarmi a delle bambine professioniste. Tiri di sponda, dischetti ad effetto e colpi quasi dati ad occhi chiusi…. sono dei fenomeni… e io… io faccio davvero schifo. Perdo amaramente tutte e 3 le partite ma alla mia prima buca gioisco ed esulto con talmente tanto entusiasmo che tutto il tifo si sposta dalla mia parte, anche se questo non cambia il risultato.

Rincasiamo, Dharma ci chiede se vogliamo rientrare con lui a Kathmandu, rifiutiamo perchè qualche altro giorno (se non dei mesi) merita di esser vissuto in questo piccolo angolo di paradiso…

1000395~2

Per non essere da meno dei local iniziamo a dormire all’aperto e a svegliarci all’alba con il sole che infiamma subito la catena Himalayana, impariamo a ricoprire esternamente le pentole con il fango per non farle annerire dalla fiamma del falò, iniziamo a preparare il terreno per un orto sinergico, impariamo ad intrecciare delle stuoiette di paglia, costruiamo un muretto con pietre e fango, cerchiamo di apprendere qualche vocabolo (anche se l’infinita quantità di dialetti non aiuta nell’impresa), Anto costruisce uno scaffale con il bamboo e consumiamo le nostre cene sotto un soffitto di stelle. Così viviamo le nostre giornate ad impatto ambientale ed economico pari a 0 e a piedi nudi… Questa sì che è vita… Potrei proprio sbilanciarmi e dire che questa è stata una delle migliori esperienze di viaggio…

1000367

Ps: una notte, prima di coricarci, veniamo investiti da un lieve temporale che scatena l’agitazione della fauna attorno e sopra la casa, sentiamo qualche cosa zampettare rumorosamente sui tetti, non ci diamo peso. Il giorno dopo scopriremo che 2 enormi ratti dagli occhi spettrali sono caduti sul letto di Åsa e che nonostante lei abbia urlato dalla paura nessuno si è accorto di nulla. Perché qui a Madanpur si dorme troppo bene…

 

1 Comment

  1. Che dire…che esperienze!la cosa più sconvolgente sono i ragni,ma che dire poi dei ratti e del freddo della notte ,ma le cose positive superano qualsiasi negatività !che lezione di vita!

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

* Please enter the Characters - [Case Sensitive]

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

2RtWFacebook AntoFacebookTwitterGoogle+ SaraFacebookGoogle+