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Cosa si mangia in Nepal

In questo articolo parlerò del mio argomento preferito: IL DIO CIBO.

(premetto che noi mangiamo sempre in 2 quindi i prezzi sono da dimezzare ma anche le porzioni)

Qui c’è cibo per tutti i gusti e tutte le religioni….carnivori, vegetariani, vegani e fruttiferi… basta che vi piacciano le spezie… i piatti sono molto influenzati dalla cucina indiana quindi preparatevi a condimenti piccanti/piccantissimi e curry in tutte le salse…Ma se si parla di pura arte culinaria nepalese l’etnia dei Newari la fa’ da padrone in questo campo.

Ma partiamo con le nostre esperienze:

il primo giorno, ancora rincoglioniti dal jet-leg abbiamo fatto i veri turisti e siamo andati in un ristorantino in centro a Thamel consigliato dalla Lonely: possiamo dire che è stato un gran buon inizio, il posto chiaramente si chiama “Thamel House”. La cucina è prorprio la “tipica” Newari, logicamente noi ci siamo lasciati tentare dal menu non vegetariano era composto da:

“Antipasti”:

– Suruwa: una zuppa molto densa composta da brodo di carne e curry

– Alutareko: patate a spicchi bollite e super fritte condite con cumino e curcuma

– Momo: ravioli di acqua e farina ripieni di macinato di montone e aglio

La portata principale è chiamata Daal-Bhaat ed è composta da più pietanze servite in tante ciotoline in un unico piatto :

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– Sada Bhuja: riso basmati bollito

– Kalo Dal: zuppa di lenticchie con burro chiarificato (chiamato Ghee), aglio e zenzero

– Khasi Ko Ledo: bocconcini di montone stufato con pomodoro, cumino, coriandolo, aglio, cipolla, zenzero, cardamomo, cannella, pepe nero e probabilmente qualcosa che ci è sfuggito, ma tutto viene dosato con le giuste proporzioni

– Bandendhel Tareko: pancetta di maiale selvatico a listarelle, prima bollita poi grigliata e insaporita con un pizzico di peperoncino

– Kukhura Ko Sekuwa: dadolini di pollo marinato nel lime/limone (rigorosamente con la pelle) e cotti con cipolla, peperoncino verde, aglio, yogurt, olio, paprica, cumino, pomodoro e curcuma

– Mis Mas Takari: mix di verdure (dipende dalla stagione) cotte con il curry

Dolce:

– Shikarni: Yogurt sbattuto con lo zucchero servito con un mix di frutta secca tostata e cannella in polvere

Ci siamo poi lasciati tentare da un piatto di formaggio di mucca semi fresco in pastella e fritto servito con una salsa di pomodoro leggermente piccante

Costo totale (bevande escluse):1400 rupie + 23% di tasse = 1722 rupie nepalesi (16 euro) che per dove siamo sono davvero molti soldi.

Bisogna sempre chiedere perchè in quasi tutti i ristoranti e bar turistici i prezzi sono tasse escluse.

Il giorno seguente siamo stati attratti da un ristorantino vegetariano, decisamente influenzato dalla cucina indiana. Il nostro “brunch” era composto da 2 “chapati” (pane tipico non lievitato, tipo le nostre piadine) ripiene di formaggio. Per arricchire il tutto ci hanno servito 2 ciotoline, una colma di yogurt al naturale, l’altra piena di peperoncino tritato e olio.

Il tutto per 200 rupie, cioè 1,80 euro (tasse incluse). Ora cominciamo a ragionare.

La cosa carina di questo ristorante erano le massime scritte sulle pareti, quella che mi ha colpito di più diceva: “se sei rimasto soddisfatto dillo agli altri, se no, dillo a noi”.

Per strada verso Durbar square ci siamo lasciati tentare da un carretto che preparava chips di acqua e farina fritte arricchite da patate bollite, una salsa di pomodoro decisamente piccante e coriandolo fresco, servito su carta di giornale con un cartoncino più spesso come cucchiaio. Costo 50 rupie nepalesi ( 45 centesimi di euro). Oggi sono tornata nello stesso posto per fare il bis ma niente, il carretto si è spostato e non ho capito come si chiama questa prelibatezza. Sono una donna distrutta dalla golosità non saziata.

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Sulla strada verso il villaggio Madanpur ci siamo fermati per rifocillarci in un baracchino che odorava veramente di buono, per deformazione professionale abbiamo assaggiato tutto:

– Roti (un po’ più arricchita): una “focaccia/piadina” di farina integrale, patate schiacciate, coriandolo fresco e olio cotta in padella e servita con la classica ciotolina di salsa di pomodoro piccante

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– Thukpa (questi sono di ispirazione tibetana): Noodles fatti a mano in questo caso serviti asciutti con un mix di verdure e tanto tanto curry piccante

– Tarkaari: una zuppa molto densa con lenticchie, curry e tanto, troppo sale

– Pakora: cipolle, patate e cavolfiore tagliate a listarelle immersi in una pastella di farina di ceci, arricchiti con della curcuma e successivamente fritte (le verdure possono variare a seconda della stagione o delle mani che preparano questo sfizioso stuzzichino)

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Costo di questo sontuoso banchetto 120 rupie (1,05 euro)…. alla grande….

In giro per Kathmandu ci siamo anche fatti catturare da un banchetto che vendeva Momo, sia con il montone che vegetariani (50 rupie per una ventina di ravioli) con 2/3 salsine piccantissime che ti potevi gestire a piacere, il tutto servito su un recipiente fatto di foglie, e da un altro carretto che vendeva Pani Puri, palline di acqua e farine fritte che il venditore stesso ti bucava con il dito e riempiva di patata schiacciata, brodo di verdure e peperoncino (20 rupie, 18 centesimi di euro).

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Continuando a divorare tutto ciò che di sfizioso incontriamo lungo la nostra strada abbiamo scoperto il Paneer, formaggio fresco di latte di bufala o di mucca, che qui viene cucinato con il “masala”, una mistura di spezie piccantina. Ne esistono tantissime varianti ma una maniera di preparalo potrebbe essere quella di macinare e tostare: cannella, cumino, coriandolo, cardamomo, chiodi di garofano, pepe nero e curcuma.

Per nostra grande fortuna è abbastanza diffusa una toma a base di latte di mucca o di yak. La puoi trovare sia in alta montagna che in città, quindi dateci dentro perchè non troverete formaggio locale migliore in nessun altro stato dell’asia.

Per il bere noi non abbiamo rivali ma anche qui hanno le loro chicche:

– Chiya” è il loro tè tradizionale preparato con latte, acqua, tè nero e spezie (masala)

– a tavola bevono acqua calda o fredda dipende dai posti, a volte ci sono bottiglie o brocche comuni per tutti senza bicchieri quindi si beve a canna ma senza appoggiare la bocca, è una cosa davvero molto usuale

– Come alcolici hanno una produzione interna sia di birra che di rum che di whisky

– Rakshi: vino di riso (prodotto solamente a livello famigliare)

– Aila: distillato che assomiglia alla nostra grappa ma estrapolato dal riso (tendenzialmente a produzione famigliare).

(Articolo in continua evoluzione…..)

 

 

 

 

 

1 Comment

  1. Nepal , un luogo cosi’ lontano da dar adito a mille fantasie…
    ma nella descrizione del loro cibo, delle loro usanze , delle loro spezie,dei loro colori hai saputo portarcelo a casa, rendendolo quasi famigliare; da oggi quando si sentirà parlare di Mis Mas Takari, Shikarni, Thukpa, non saranno solo delle parole “ostrogote” ma sapremo collocarle ad un gergo culinario! Grande Sara e complementi al fotografo!

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