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Annapurna Hotel – parte I (equipaggiamento e consigli)

Sul circuito dell’Annapurna puoi sentirne di ogni.
Gruppi di turisti sorpresi dalla bufera sul passo morti congelati, escursionisti colti dall’AMS (Acute Mountain Sickness), il mal di montagna, costretti a scendere di corsa o recuperati in elicottero, valanghe, caduta massi killer, persone disperse e mai ritrovate, la necessità di sottoporsi ad un rigido programma di allenamento, di possedere attrezzatura super tecnica, di seguire una specie di tabella di marcie forzate ad orari inauditi, di procurarsi guida e portatore per portare a termine l’impresa; oppure che si tratta di un percorso di livello escursionistico accessibile a chiunque in autonomia senza cautele o abilità particolari, molto ben tenuto e segnalato, frequentatissimo e fornito di numerosissime strutture di appoggio.

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Come spesso capita è vero tutto e il contrario di tutto, dipende dalle circostanze, dalle persone, dal periodo, dal meteo e da infinite altre cose. L’unica maniera per capirci qualcosa ed avere voce in capitolo è provare a percorrerlo, e così dopo diverse ricerche ci siamo buttati senza stare a pensarci troppo.
Considerate che era la seconda metà di febbraio, periodo di bassa stagione per i trekking in cui il tempo non si è del tutto stabilizzato dopo l’inverno e può ancora nevicare in quota con la conseguente chiusura del passo.
Quello che posso affermare con certezza è che per chiunque sia in buone condizioni fisiche e abituato a camminare in montagna anche solo a livello amatoriale è un percorso fattibilissimo senza guida né portatore, solo con uno zaino contenuto, una buona mappa ed un equipaggiamento adatto (comunque nulla di livello alpinistico).
Noi abbiamo optato per il percorso antiorario (che a conti fatti secondo me è il migliore sia a livello paesaggistico che di fattibilità) e siamo partiti a piedi da Besi Sahar (raggiunta da Kathmandu con pullman locale in 8h per 440NPR) perché eravamo un po’ fuori allenamento e volevamo procedere per gradi, ma è possibile arrivare a Chame in jeep (6h / 2000 NPL) saltando un lungo tratto di strada carrabile e guadagnando circa 4 giorni.

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Siamo partiti con due zaini (60 e 30 litri) equipaggiati individualmente con:

– scarponi da montagna e ciabatte infradito

– 2 paia di calzettoni tecnici e 2 paia normali di cotone

– 1 calzamaglia e 2 pantaloni tecnici divisibili

– 2 magliette tecniche e 1 di cotone

– 2 pile di diverso spessore e 1 maglia termica

– 1 piumino compatto e leggero tipo hoodie e 1 guscio anti vento in gore-tex

– ramponcini e ghette (acquistati lungo la strada, a Manang)

– 1 fascia per le orecchie, 1 buff per il collo (utile anche come mascherina per la polvere),1 cappello di lana

– sacco a pelo in piuma d’oca e sacco lenzuolo di seta

– 1 paio di guanti e occhiali da sole

– tazza, borraccia, 1 camel bag e sali minerali

– spazzolino, dentifricio, carta igienica, salviette umidificate, saponetta, amuchina gel

– tagliaunghie, forbicine e pinzette

– ago e filo, mollette

– pastiglie o cannuccia per purificare l’acqua

– protezione solare e burro cacao

– coltellino multiuso e bussola

– kit farmacia di base e cerotti compeed per vesciche

– frontale con pile di riserva

– un adattatore, una presa, un cavo micro USB e un accumulatore per ricariche d’emergenza

– 1 mappa 1:100.000

– viveri: carne e frutta secca, cioccolata, biscotti, porridge, bustine di té e di zucchero

Per poter praticare trekking in Nepal è obbligatorio il permesso TIM (verde per chi si muove in autonomia); in più vi servirà il permesso di entrata per l’area protetta dell’Annapurna. La cosa migliore è richiederli entrambi all’ufficio per il turismo di Kathmandu (2000 NPR l’uno) prima di partire, perchè vi verranno controllati più volte nei check-point lungo la strada, e doverli fare al momento sarebbe molto più costoso. Vi basterà un’oretta con contanti e passaporto alla mano per compilare i vari moduli e ottenere i permessi, saranno necessarie anche delle fototessere ma non preoccupatevi, potrete procurarvene sei gratis sul posto, scattate e stampate nella stanza di fianco allo sportello. Vi verranno richiesti anche i dati della vostra assicurazione sanitaria e quelli di un contatto in caso di emergenza (incrociando le dita).

Consigli generali di “sopravvivenza”:

– controllate spesso il percorso sulla mappa e chiedete informazioni ai locali ogni volta che ne avrete occasione: il percorso non è così bene e frequentemente segnalato soprattutto in quota e con la neve, ed in bassa stagione potreste non incontrare altri escursionisti per intere giornate

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– non cominciate a camminare mai più tardi delle 9, visto che la durata media giornaliera della marcia è di 6/7 ore ed è consigliabile raggiungere la meta entro le 16/17, quando c’è ancora luce e non fa troppo freddo

– vi capitasse, come è successo a noi, di incontrare gente che sta tornando indietro perché il passo era chiuso non scoraggiatevi; in ogni caso dai 4000mt in su troverete neve sempre e comunque, e fino ad un paio di giorni prima di affrontarlo tutto potrebbe cambiare; anche se il giorno stesso il passo fosse impraticabile o decideste di fare dietro front a metà salita, potrete sempre rientrare e/o sostare al Thorung High Camp.

– nei lodge generalmente fanno pagare per tutto: stanza, cibo, acqua calda, doccia, ricarica dispositivi, connessione wi-fi, talvolta i più gretti persino per le coperte extra; non so se sia possibile farlo in alta stagione, ma noi a febbraio abbiamo sempre contrattato per pagare solo cena (se i prezzi del menu erano troppo alti a volte chiedevamo anche uno sconto sul tradizionale dal-bhat) e colazione in cambio di stanza e acqua calda per prepararci il té con le nostre bustine. Considerate che più salirete meno scelte di sistemazione avrete, quindi da Manang in su contrattare sarà sempre più difficile…

– fuori stagione non in tutti i villaggi troverete lodge aperti, informatevi in zona e state larghi con i tempi per sicurezza

– per i locali siete la principale fonte di reddito e spesso vi sentirete dei bancomat ambulanti: concordate sempre i prezzi e la valuta ripetutamente con molta chiarezza, controllando bene il conto e l’eventuale resto col menu alla mano, perché spesso non si sa come i conti non tornano…!

– lungo il percorso potrete acquistare qualsiasi capo di abbigliamento, addirittura affittarne, saranno quasi sempre utili anche se taroccati al cento per cento, ma mi raccomando portatevi i vostri scarponi già ben “camminati”

– non risparmiate sul sacco a pelo, potreste pentirvene: nessuna stanza è riscaldata, e di notte farà freddissimo fuori e molto freddo dentro!

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[continua col nostro diario di viaggio…]

 

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